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cenni storici

Cenni Storici

OTTATI è un paese di impronta medioevale, che si ammira per la sua rustica bellezza, fatta di pace, di tranquillità, di riposo.Tra il verde della Rupe a nord e la valle del Fasanella a sud, intensamente coltivata, nella quiete e nel silenzio di un paesaggio rurale oltre-modo attraente, incantevoli visioni si susseguono incessantemente, gratificando lo sguardo di chi attraversa questo splendido territorio. Ottati è un Comune della Campania in provincia di Salerno, a 523 mt. sul livello del mare e a circa 75 km dal capoluogo (Salerno).È dominato sul versante Nord da una rupe che lo protegge dai rigori del clima invernale ed è situato a metà strada tra Castelcivita e Corleto Manforte, lungo le estreme pendici rocciose della montagna alburnina.Il Comune fa parte della Comunità Montana Alburni ed ha il proprio territorio interamente compreso nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.Il territorio è in buona parte costituito da montagne ricche di boschi, la zona collinare è posta a valle dell’abitato. Infine, caratteristici sono in zona, notevoli fenomeni superficiali del carsismo, costituiti da doline e campi solcati, mentre nel sottosuolo numerose e di grande valore sono le grotte (Grave dei Gatti, Conca di Rupistella, Grava Sarrauto).L’agricoltura e la pastorizia sono le attività preminenti, per cui grano, olio e latticini sono i prodotti principali. Però non mancano attività artigiane per la lavorazione del ferro, alluminio e legno.
Sono presenti anche attività di servizio ed esercizi generici commerciali a conduzione familiare. Nel settore dell’edilizia ruota una minima economia.
Le colture prevalenti sono: l’ulivo, il fico, la vite e le castagne.
L’allevamento dei suini per la produzione di salumi è limitato all’autoconsumo familiare. Secondo una memoria del notaio Vincenzo Fasano, mai data alle stampe, però molto nota nei paese vicini nel 1700, Ottati esisteva già nel 1195; qualche altro afferma che le prime abitazioni sorsero intorno all’anno 1000 presumibilmente costruite da coloni greci che avevano abbandonato l’antico paese di Civita, i cui resti, risalenti al VIII sec., ancora si notano sui monti Alburni.
Probabilmente, molti pastori e mandriani, essendo il posto ricco di pascoli, costituirono qui alcuni abitazioni che, con l’andare del tempo, crebbero di numero. Da qui il nome di Ottati, dal latino “optatus”, cioè i pastori optarono per un luogo adatto, idoneo alla pastorizia. Questa pare l’etimologia esatta.
Però nel passato qualcuno affermava che l’abitato prese il nome di Ottati da S. Ottato, vescovo di Milesi, molto venerato un tempo in paese; qualche altro lo fa derivare da un eremita di nome appunto Ottato, il quale, per lungo tempo, pare abbia avuto per sua dimora la grotta della rupe di S. Janni, attorno alla quale sorsero, verso l’anno mille, le prime case. Le vicende storiche di Ottati si intrecciano con la stessa vita religiosa, in particolare sono legate alle chiese costruite dai due ordini monastici che vissero per lungo tempo nel borgo, i Domenicani dal 1484 e i Cappuccini dal 1602. Tutte le chiese di Ottati, come tante altre, subirono le conseguenze della politica napoleonica avida di beni avversa agli ordini religiosi considerati per la loro compattezza una forza disgregatrice dello stato. Si spiega così la chiusura dei conventi che furono trasformati in carceri, scuole, ospedali. Soppressi gli ordini monastici, venne meno la ricchezza religiosa e con essa gradualmente il benessere economico del borgo.